Amandola e le Terre in moto

Di Marco Gentili - 13/03/2017. L'articolo con tutte le foto lo trovate qui.


Approfittando dell’incontro organizzato dalla rete Terre in Moto – Marche tenutosi ad Amandola il 9 marzo all’Osteria del Lago di San Ruffino, insieme ad alcuni amici, abbiamo fatto un giro della zona guidati da Davide, che vive e lavora qui. Tutto questo va a documentare e far vedere il reale stato delle cose, sopratutto nelle piccole frazioni, borghi e aziende agricole, che non hanno purtroppo nessuna risonanza mediatica, dove le persone, per lo più anziane, ma anche giovani, vivono tutti i giorni. Ci addentriamo in un territorio in cui convivono realtà in apparenza lontane fra loro, ma unite da un forte legame di comunità tipico delle zone rurali e dell’entroterra.

La giornata è bellissima, con un sole che illumina il Lago di San Ruffino e le vette imbiancate dei Monti Sibillini, un cielo terso e sgombro da nuvole. Sembra un dipinto o un’allucinazione, ma una bellezza così raffinante e perfetta era da tempo che non la notavo. Subito dopo esserci conosciuti, Davide ci guida verso la frazione di San Cristoforo, dove si notano i danni ingenti alle abitazioni. Ci guida una signora tra le case diroccate e inagibili, dove qui vive e accudisce la sua mamma di 96 anni, dentro alla ex scuola di campagna, ormai divenuta un centro di “ricovero” temporaneo. Spostandoci tra le macerie, la vista è stupenda e si scorgono le vette dei Monti della Laga in Abruzzo. Scambiando qualche parola si ha l’impressione di una tacita rassegnazione, che creare un senso di impotenza e sconforto per chi come me, ascolta. Ma riusciamo comunque e nonostante tutto a strappare un sorriso, prima di salutarci, promettendo che torneremo presto.

Ci dirigiamo verso l’Azienda Agricola Le Spiazzette (potete trovare e comprare nel sito tutti i loro prodotti, in particolare confetture, mele sciroppate e composte) situata ai confini del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, composta di 70 ettari di cui quasi metà tra boschi e calanchi. Il nome “Le Spiazzette”, deriva dalla leggenda che narra la discesa delle fate Sibille. La mela rosa rappresenta un prodotto sano, naturale, controllato, vero e genuino, realizzato in un ambiente incontaminato, a stretto contatto con la natura che lo protegge e lo rende ancora più buono: questi sono i prodotti le Spiazzette. E aggiungo, dopo avere assaggiato queste mele rosa, risultano veramente squisite. Subito ci si fa incontro Sabina e la figlia Martina, che ci spiegano come è la situazione a distanza di 7 mesi, ci illustrano la loro azienda e il futuro per il momento molto incerto, viste le problematiche e le inefficienze burocratiche da parte delle istituzioni preposte a tale compito. Mi colpisce fin da subito la forza e la tenacia di questa famiglia solida e al tempo stesso accogliente, come molte realtà che sto incontrando in questi mesi. Sto per partire, ma non mi sento addosso la tristezza che mi aspettavo, considerata la situazione. Sento piuttosto l’influenza positiva del vigore di questa bella realtà familiare, dell’entusiasmo della giovane Martina, pur avendo perso quasi tutto, sono ancora capaci di sognare e reagire.

Lasciandoci alle spalle i bellissimi frutteti della mela rosa, andiamo verso la Fattoria biologica della famiglia Corradini di Amandola“Siamo un’azienda agricola biologica a conduzione familiare, nel 1989 ci siamo trasferiti nella campagna di Amandola, luogo di nascita di Vittorio, dalla provincia di Milano. Il sogno, era quello di una vita più sana, che potesse anche salvaguardare l’ambiente intorno a noi. Da qui, e dalla passione per l’agricoltura, la scelta di creare una fattoria biologica. Nella fattoria ci sono mucche, vitelli e maiali; tutto quello che coltiviamo nei campi è biologico (certificazione IMC) e lo usiamo per l’alimentazione degli animali.”

Già questo dovrebbe farvi capire tutto o in parte, perché appena ci conosciamo entriamo subito in confidenza con Vittorio, il padre di una bella famiglia che ha scelto di vivere e lavorare nelle Marche, trasferendosi da Milano ad Amandola nel 1989. Subito mi illustra i danni alla propria abitazione, al proprio laboratorio e punto vendita, inagibile per colpa degli eventi sismici iniziati il 24 agosto. La cosa che mi ha colpito, parlando con la figlia Alice, anche in questo caso, è la voglia e diritto di avere informazioni chiare e tempestive, poter capire veramente qualcosa all’interno della districata, farraginosa, lenta e a tratti imbarazzante macchina burocratica. Perché questo ne vale il loro futuro. Per capire meglio cosa è successo da quel fatidico giorno di agosto e la gestione dell’emergenza successiva, vi lascio il link dove potete leggere la lettera, scritta dalla stessa Alice, indirizzata al Presidente della Regione Marche Ceriscioli, rimasta a tutt’oggi senza una risposta.

A pranzo ci fermiamo a mangiare presso la Comunità San Cristoforo ad Amandola, dove ci viene offerto un piatto di pasta, carne e insalata. La persona che mi rimane impressa è il fondatore di questa bellissima e accogliente struttura, Achille Ascari originario della Val di Non, anche lui innamorato da 40 anni, dalle bellezze delle Marche. Mi colpiscono la sua dialettica e il suo modo di parlare mai banale, migliore di gran lunga rispetto ad alcuni professori universitari incontrati in questi anni. Ci illustra tutte le attività che si svolgono all’interno della comunità, la struttura (non ha subito nessun danno, per via dell’attenta messa in sicurezza all’epoca della costruzione, usando criteri antisismici moderni e professionali), ci presenta i ragazzi accolti e ci da alcune notizie storiche e nozioni biologiche delle piante, animali e i borghi circostanti. Sembra un’isola felice, immersa in un contesto unico e ancora del tutto incontaminato, privo di qualsiasi distrazione. Grazie ad Achille Ascari e agli operatori che vi lavorano ogni giorno, questa Comunità può concretamente aiutare persone in difficoltà, che si trovino in uno stato di disagio dovuto all’abuso di alcool o di tossicodipendenza, riacquistando attraverso gli animali, la Natura e i suoi prodotti, il contatto con se stessi e con la vita.

L’ultima tappa è al Centro Ippico San Lorenzo, vicino ad Amandola. Ci viene incontro Alberto Teso e ci fa vedere i danni causati dal terremoto e dalla nevicata di gennaio, mostrandoci i magnifici cavalli ben tenuti ed accuditi, all’interno della scuderia, mentre da ad ognuno la razione di fieno per la notte. Dopo aver preso una birra al pub “La Fojetta” di Amandola e cenato insieme a Davide e gli amici all’Osteria del Lago, ci prepariamo ad ascoltare l’incontro pubblico organizzato da Terre in moto, che a breve avrà inizio.

Per capire che cosa è la rete Terre in Moto, riporto un’ottima ed emozionante riflessione, scritta da Leonardo Animali, dal titolo Yes we can

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