Dietro la collina non c’è più nessuno, solo aghi di pino e silenzio e funghi


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STORIE DAI BORGHI: SE NE SONO ANDATI, PER LA TERZA VOLTA


Sul blog di Loredana Lipperini il post originale

Se ne sono andati, infine, e che altro dovevano fare? Portati via, sulle coste, contro la loro volontà, e sulle coste lasciati mentre nulla veniva fatto per dare loro una sistemazione anche provvisoria, per non parlare della ricostruzione che è molto al di là da venire. Parcheggiati fino all'inizio della stagione estiva, che implacabilmente giunge, e dovrebbero saperlo anche alla Regione Marche che dopo l'inverno arriva la primavera, e poi l'estate. Infine, il contratto con le strutture è scaduto e ciao, via, "peggio del terremoto", hanno detto, ma a chi importa?

A pochi. Scrive oggi Terre in Moto Marche:
"L'ennesimo capitolo, l'ultimo a quanto pare, di una situazione paradossale che si è protratta per mesi.
Le persone, perché questo sono prima che sfollati o terremotati, sono state prese per sfinimento e alla fine hanno ceduto al trasferimento nelle altre strutture.
Ma chiaramente quanto è accaduto non va dimenticato, perché ci racconta dell'assurdità della gestione degli sfollati da parte dell'assessorato al turismo (?), dei contratti in scadenza al 31 maggio, dei continui spostamenti e nel complesso di una generale incertezza in cui le persone si sono trovate per settimane se non per mesi. Un fatto che oltre che "materiale" è fortemente simbolico anche rispetto ad altri ambiti toccati dal sisma".

Come siano andate le cose si legge qui:
"Alcuni sono già partiti ieri, altri sono pronti ad andare: "Hai preso tutto?" dice un uomo a sua moglie. I due salutano gli altri e si allontanano. È tanta la commozione mista a un senso di abbandono: "Mia madre ha 95 anni - dice la signora Silvana - ed è sfollata insieme alla sua badante. Non è possibile che, alla sua età, debba sopportare questi continui spostamenti". "Siamo stanchi di parlare e di non ottenere nulla" aggiunge una signora di Visso palesemente provata e arrabbiata perché, dopo un iniziale interesse "alla fine ci hanno dimenticati". Le polemiche degli ospiti non sono rivolti alla struttura, ma al modo in cui è stata gestita la situazione di emergenza post sisma "perché - dicono - l'emergenza non è ancora finita. Noi siamo ancora senza case".

Occhi lucidi e disperazione per chi in questi mesi ha condiviso il dolore, la speranza, le proteste. "Siamo stati una comunità, sono nate delle forti amicizie non solo tra i più piccoli, ma tra noi adulti" dice Donatella di Visso sfollata insieme alla sua famiglia, un figlio di 8 anni e l'anziana madre Rita che racconta: "Mi viene da piangere se penso ai bambini che crescendo ricorderanno quello che hanno dovuto vivere. Non facciamo in tempo a disfare i fagotti che dobbiamo ripartire".

Gli anziani presenti sono davvero tanti, per questo la maggior parte ha preso degli alloggi con i Cas (Contributo per autonoma sistemazione). La Protezione civile, infatti, ha proposto altre strutture ricettive lungo tutta la costa marchigiana, da Senigallia a San Benedetto del Tronto, ma alcuni temono di non riuscire ad ottenere ambienti idonei alle loro esigenze."

Che alternative avevano? Nessuna. Qualcuno resta fino al 10 o 15 o 18 giugno giugno, perché i figli vanno a scuola, e peraltro non si sa chi pagherà i giorni in più, se la Regione o la struttura. Tanto, per la Regione il trasferimento è "volontario". Certo. Come quello che dalla montagna ha portato al mare, quando l'autunno era appena iniziato. Volontario. Certo.

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