24 agosto 2017


Ci siamo quasi, fra qualche ora sarà passato un anno da quella maledetta notte del 24 agosto 2016.

In queste ore, complice la ricorrenza, si è tornato a parlare con assiduità del terremoto. Per quanto ci riguarda questo è il momento per stringersi intorno a chi ha perso casa ed affetti, senza dimenticare come sono passati questi 12 mesi, cosa non è stato fatto e cosa è stato fatto male. Perché il 24 agosto non sia l'ennesima sterile e retorica giornata commemorativa ma oggetto di memoria viva da utilizzare da qui in avanti.

"[...] nel gioco della memoria devi scrutare il futuro per interrogare il passato, si punta sull’avvenire per capire l’avvenuto. Abbiamo sempre l’impressione che sia il contrario, che dal passato s’impari e che senza quello, senza memoria, non ci sia futuro, ma è piuttosto vero il contrario: chi non ha un’idea del futuro non sa porre domande al passato, e senza una domanda, i ricordi restano coperti e muoiono."

(WM4 - Chi non ha futuro, non ha memoria. Grande Guerra, intruppamento dei ricordi e diserzioni necessarie)"

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