Questa estate torrida se n’è andata e con l’arrivo dell’autunno si ripongono negli scaffali le t-shirt e l’abbigliamento “leggero”. Il tanto temuto cambio di stagione è pratica abitudinaria e scocciatura comune in ogni angolo del globo, ma se abiti in quello che chiamano “cratere” la faccenda assume significati di altra natura. Un’altra stagione senza casa, un’altra stagione senza certezze, un’altra stagione a lottare contro ritardi e immobilismo. Quello che vedete nella foto è un comune sandalo e no, non è stato ripescato dalla spazzatura, no non è stato recuperato dalle rive di un fiume, si quella macchia chiara che vedete è muffa. E’ semplicemente stato riposto qualche mese fa, come migliaia di altri sandali in Italia, in uno scaffale. La sua particolarità è che lo scaffale si trova all’interno di un “modulo abitativo provvisorio rurale di emergenza” (mapre), uno di quelli che in qualche caso abbiamo sentito chiamare le casette de li condadì. Questa immagine nella sua semplicità ci aiuta a capire il livello di salubrità all’interno di quelle strutture e la difficoltà di dover affrontare il secondo inverno (o inferno?) di fila al loro interno.

Per questo passeremo il secondo inverno ad informare e resistere sull’Appennino, perché qui
si sta come
d’autunno
nei mapre
i sandali.

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